Nuova Riveduta:

2Corinzi 4:6

perché il Dio che disse: «Splenda la luce fra le tenebre» è quello che risplendé nei nostri cuori per far brillare la luce della conoscenza della gloria di Dio, che rifulge nel volto di Gesù Cristo.

C.E.I.:

2Corinzi 4:6

E Dio che disse: Rifulga la luce dalle tenebre, rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria divina che rifulge sul volto di Cristo.

Nuova Diodati:

2Corinzi 4:6

perché il Dio che disse: «Splenda la luce fra le tenebre», è lo stesso che ha fatto brillare il suo splendore nei nostri cuori per illuminarci nella conoscenza della gloria di Dio, che rifulge sul volto di Gesù Cristo.

Riveduta 2020:

2Corinzi 4:6

perché il Dio che disse: “Splenda la luce fra le tenebre” è quello che risplendé nei nostri cuori, affinché noi facessimo brillare la luce della conoscenza della gloria di Dio che rifulge nel volto di Gesù Cristo.

La Parola è Vita:

2Corinzi 4:6

Perché Dio che ha detto: «Splenda la luce nelle tenebre», ha fatto risplendere in noi la sua luce per farci capire che è la sua gloria ciò che brilla sul volto di Gesù Cristo.

Fragili recipienti.

La Parola è Vita
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Riveduta:

2Corinzi 4:6

perché l'Iddio che disse: Splenda la luce fra le tenebre, è quel che risplendé ne' nostri cuori affinché noi facessimo brillare la luce della conoscenza della gloria di Dio che rifulge nel volto di Gesù Cristo.

Ricciotti:

2Corinzi 4:6

Quel Dio che disse: «Dalle tenebre splenderà la luce», egli stesso lampeggiò nei nostri cuori a illuminare la conoscenza della gloria di Dio [rifulgente] nel volto di Cristo.

Tintori:

2Corinzi 4:6

perchè Dio il quale disse che dalle tenebre splendesse la luce, egli stesso rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria di Dio che, brilla nel volto di Gesù Cristo.

Martini:

2Corinzi 4:6

Conciossiachè Dio, il quale disse che dalle tenebre splendesse la luce, egli stesso rifulse ne' nostri cuori, perché chiara si rendesse la cognizione della gloria di Dio nella faccia di Gesù Cristo.

Diodati:

2Corinzi 4:6

Perciocchè Iddio, che disse che la luce risplendesse dalle tenebre, è quel che ha fatto schiarire il suo splendore ne' cuori nostri, per illuminarci nella conoscenza della gloria di Dio, che splende sul volto di Gesù Cristo.

Commentario abbreviato:

2Corinzi 4:6

Capitolo 4

Gli apostoli hanno lavorato con molta diligenza, sincerità e fedeltà 2Cor 4:1-7

Le loro sofferenze per il Vangelo sono state grandi, ma con un ricco sostegno 2Cor 4:8-12

La prospettiva della gloria eterna impedisce ai credenti di svenire di fronte alle difficoltà 2Cor 4:13-18

Versetti 1-7

Il migliore degli uomini sverrebbe, se non ricevesse la misericordia di Dio. E quella misericordia che ci ha aiutato a uscire e ad andare avanti finora, possiamo contare sul fatto che ci aiuterà anche alla fine. Gli apostoli non avevano progetti bassi e malvagi, coperti da pretese belle e speciose. Non hanno cercato di far fruttare il loro ministero. La sincerità o la rettitudine manterranno l'opinione favorevole di uomini saggi e buoni. Cristo, con il suo Vangelo, fa una scoperta gloriosa alle menti degli uomini. Ma il disegno del diavolo è quello di mantenere gli uomini nell'ignoranza; e quando non riesce a tenere la luce del vangelo di Cristo fuori dal mondo, non si risparmia per allontanare gli uomini dal vangelo o per metterli contro di esso. Il rifiuto del Vangelo è qui ricondotto alla volontaria cecità e malvagità del cuore umano. L'egoismo non era l'argomento o il fine della predicazione degli apostoli; essi predicavano Cristo come Gesù, il Salvatore e il Liberatore, che salva fino all'estremo tutti coloro che vengono a Dio attraverso di lui. I ministri sono servi delle anime degli uomini; devono evitare di diventare servi degli umori o delle passioni degli uomini. È piacevole vedere il sole nel firmamento, ma è più piacevole e proficuo che il Vangelo risplenda nel cuore. Come la luce fu l'inizio della prima creazione, così, nella nuova creazione, la luce dello Spirito è la sua prima opera sull'anima. Il tesoro della luce e della grazia del Vangelo è messo in vasi di terra. I ministri del Vangelo sono soggetti alle stesse passioni e debolezze degli altri uomini. Dio avrebbe potuto mandare gli angeli a far conoscere la gloriosa dottrina del Vangelo, o avrebbe potuto mandare i più ammirati figli degli uomini a insegnare alle nazioni, ma ha scelto vasi più umili e più deboli, affinché la sua potenza fosse maggiormente glorificata nel sostenerli e nel benedetto cambiamento operato dal loro ministero.

Riferimenti incrociati:

2Corinzi 4:6

Ge 1:3,14,15; Sal 74:16; 136:7-9; Is 45:7
Ef 1:17; 5:8; 2P 1:19
2Co 4:4; 3:18; Eso 33:18-23; 34:5-7; Sal 63:2; 90:16; Is 6:1-3; 35:2; 40:5; 60:2; Giov 11:40; At 7:55,56; 1P 2:9
Lu 10:22; Giov 1:14; 12:41; 14:9,10; Fili 2:6; Col 1:15; Eb 1:3; 1P 1:12

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